Lo statuto dei luoghi: rinominare una terra

Gli abitanti di EVA ed il Comitato per la rinascita di Pescomaggiore aderiscono al progetto del WWF Village Design Statement- Statuto dei Luoghi che coinvolge (per ora) sei paesi del cratere sismico: Santa Maria del Ponte, Civitella Casanova, Fontecchio, Fano Adriano, Castelli e, appunto, Pescomaggiore.

Apparte il terremoto, tutti appartenenti all’Italia minore, come può definirsi costellazione di decine di migliaia di piccoli e antichi paesi di pietra disseminati lungo gli Appennini e le Alpi.

Minore perché marginalizzata da una civiltà dei consumi che ha nelle città il proprio baricentro.

 

Il 55% del territorio nazionale, 5800 comuni (l’unità di base delle istituzioni repubblicane) in cui risiedono 10 milioni di abitanti; un’Italia che vive l’invecchiamento e lo spopolamento, a seguito di progressive ondate di emigrazione, la spoliazione dei servizi essenziali, l’indebolimento di identità e vocazioni territoriali.

Comunità locali pericolosamente in deficit di risorse umane e la cui capacità di persistenza e ri-generazione è messa a rischio.

Comunità per cui qui il sisma del 2009 si è fatto spartiacque: tra il rischio di moltiplicare le tendenze in atto, che porteranno alla morte definitiva o all’alienazione dei paesi colpiti, che poco senso a quel punto avrà ricostruirli, e l’occasione di una “rinascita”, una ricostruzione capace di futuro che agisca nuove pratiche dell’abitare i luoghi ed il territorio. Invertire la freccia della decadenza e dell’abbandono. Restare o tornare ripensando il modo di vivere insieme, creando un adiversa economia e socialità, rafforzando la resilienza delle comunità di fronte alle turbolenze di una globalizzazione predatoria e rompendo con l’autoreferenzialità e l’isolamento indotti dalla marginalizzazione.

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Galleria: l’inaugurazione del forno comune ristruttato e riattivato in autocostruzione insieme al sindaco di Vimodrone che ha fatto una piccola ma decisiva donazione

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Il metodo del Village Design Statement (VDS), approssimativamente traducibile come ”progettazione (partecipata) di uno Statuto dei luoghi”, vuole favorire l’occasione e neutralizzare il rischio.

Il metodo è stato elaborato in Inghilterra da una ventina di anni, allorché emerse la necessità di regolamentare l’espandersi di nuovi quartieri urbani verso le aree rurali che rischiava di travolgerne il paesaggio e gli antichi insediamenti e con essi l’identità, l’armonia, la qualità della vita delle comunità storiche.

Ha il suo fulcro nell’organizzazione ed animazione di incontri degli abitanti per giungere in maniera partecipata ad una descrizione dei luoghi ed all’attribuzione di valori e disvalori condivisi. Muove dal riconoscimento comunitario dei valori territoriali ed insediativi, materiali ed immateriali, per integrare le conoscenze ed indirizzare l’azione dei decisori pubblici.

In Inghilterra il metodo ha risposto all’esigenza di orientare il “nuovo” nella direzione del rispetto dei luoghi e dell’armonia con la storia e la cifra estetica del preesistente dotato di valore.

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galleria: Sbarcogas a L’Aquila, tempo fertile

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È noto che la ricostruzione dei circa 60 centri storici colpiti dal sisma nel quadro della legge speciale per il terremoto del 6.4.2009 impone l’adozione di strumenti di coordinamento ed impegna alla ripianificazione territoriale delle vaste aree colpite.

Si tratta di scelte decisive per la ricostruizone  del cratere e la qualità di vita presente e futura, cui per il mezzo di commissari partecipa anche lo Stato centrale, ma nelle quali di fatto non sono coinvolti i diretti interessati: gli abitanti.

E la marginalità può determinare l’incancrenirsi di una mentalità passiva, l’avvitamento nel fatalismo, attivando meccanismi entropici o comunque avversi alla ricostruzione ed al ripopolamento dei borghi distrutti.

L’applicazione del metodo nelle sei comunità interessate dal progetto costituisce un’occasione straordinaria per ri-definire le identità locali e fronteggiare tempestivamente questo deficit.

Il processo opera difatti facilitando la comunità nel ri-costruire ed esprimere la consapevolezza di sé e del luogo in cui ha sempre vissuto, capacitandola a leggere il territorio dal contesto al dettaglio per individuare ciò che ha un valore, una storia, un significato da difendere.

Ed offre alla comunità una voce riconosciuta e codificata e dunque scientificamente autorevole e politicamente forte da far valere nei complessi processi decisionali ed attuativi della ricostruzione fisica e socio-economica.

Perché come una casa si costruisce dalle fondamenta, così una terra con una storia, una dignità e un’identità può rinascere solo dalle mani e dai sogni dei suoi abitanti che da individui si riscoprono comunità e tornano a raccontarsi come popolo.

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galleria: primi frutti dell’orto sinergico e le api di Gregorio ed Eva

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