RIACCENDERE UN FORNO, RICOSTRUIRE UN BENE COMUNE

Come sia possibile che la capacità di trasformazione e manipolazione dei cereali sia diventata un’operazione magica, ce lo domandiamo già da tempo. Sin da quando nel 2007 il Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore aveva deciso che questo paese non poteva finire, e andava ricostruito e ripopolato. Percorrendo strade di rinascita adottando come bussola il senso profondo dell’abitare e la partecipazione. Sin da quando aveva riscoperto, piantato al centro dell’abitato, il forno, questo gioiello di arte povera, non nel senso che qualche artista contemporaneo può immaginare con le sue veneri di stracci, ma un’arte legata alla povertà di chi l’ha praticata e continua a farlo da millenni sul mercato misconosciuto della sovranità alimentare.

Dopo il terremoto del 6 aprile un piccolo progetto finanziato dal Comune di Vimodrone in Lombardia e dalla Caritas Ambrosiana, pensato e realizzato dall’Associazione MISA con il supporto dell’Architetto Claudia Comencini e il calore di tutti gli altri paesani che hanno messo a disposizione luce elettrica, attrezzi, e anche un buon bicchiere di vino durante la pausa, ne permette finalmente la restituzione alla comunità rinnovato e migliorato. Gli intonaci interni ed esterni con colori naturali, il miglioramento della canna fumaria e della cappa per il tiraggio, l’aggiunta di un lavandino, il ripristino del piano di cottura dissestato da anni di abbandono, lasciando la struttura invariata, tutto volto alla conservazione e al miglioramento a norma di legge. Questo permetterà, speriamo, di tornare ad utilizzarlo per i famosi amaretti e le pizze di pasqua.Per genuini e frequenti  momenti di socialità aperti a tutti.

Il forno è di tutti e di nessuno, è un bene comune, che darà  l’opportunità di completare quel ciclo magico che parte dalla terra e dal grano, diventa farina sotto i giri lenti e ipnotici delle macine in pietra dei mulini lungo l’ Aterno, anch’essi da ricostruire e restituire al mondo, diventa appunto pane nel forno, ed anche paglia, la materia prima di scarto che ci  ha permesso di costruire case calde e confortevoli per i lunghi inverni di montagna.

Contemporaneamente si stanno svolgendo le interviste legate alla realizzazione del progetto di storia orale Ricordare, raccontare, sperare, un’indagine sulla memoria storica del paese, sull’evento del sisma e le sue numerose implicazioni sociali e su quale, se ce ne fosse una, visione del futuro si possa immaginare collettivamente per uscire dallo spopolamento e dalla desolazione dell’abbandono. Tra le numerose storie che ci sono state narrate quelle legate al forno e alla sue vicende, soprattutto per l’ultima generazione che ha vissuto una realtà rurale praticamente autarchica, sono le più ricorrenti ed in particolare quelle legate all’invasione delle vipere nel 1954.

Quando si scoprì che si erano rintanate nel caldo del forno, che a quel tempo era sempre in funzione e che per la disinfestazione c’era bisogno che fosse distrutto, tutto il paese, ancora vivo e abitato da giovani, tramite una colletta raccolse i soldi necessari e realizzò i lavori. Questa storia è incosa su una pietra ormai annerita dai molti fuochi ma sempre lucida nella memoria, che i lavori hanno riportato alla luce. Quest’evento risvegliò la coscienza del fatto che anche quel bene comune così prezioso aveva bisogno di cure e dello sforzo di tutti per continuare ad esistere. Come allora anche oggi questo intervento può essere uno stimolo a perseguire la strada della partecipazione e della ricostruzione a partire da piccoli e semplici gesti, senza bisogno di faraonici budget di spesa.

3 Comments

  1. compimenti per il forno! Bella pure la nuova vasca della fitodepurazione anche se suscita in me un certo Déjà vu!
    Come si dice a Trieste, far e disfar xè tuto un lavorar!
    Ci vediamo fra qualche settimana, ciaooo
    Max

  2. Un perfetto esempio di “restauro per la vita”, una categoria d’intervento che ancora non c’è nei MANUALI ma che voi siete riusciti a mettere in pratica. Grazie per la bellezza del tutto.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *