Il nostro progetto agricolo. Per ricostruire ci vuole un seme

Il completamento della realizzazione dell’ecovillaggio Eva è solo una tappa, seppur decisiva di un percorso alla ricerca dell’ALMA, acronimo di “Abitare-Lavoro-Memoria-Ambiente”, un piano di azione da definire ed attuare con gli interessati per l’effettiva rinascita di Pescomaggiore, mediante un cammino attraverso i quattro campi essenziali per lo sviluppo della persona.

ABITARE è in un primo tempo il progetto EVA, ovvero le case di paglia, ma è soprattutto un piano di recupero partecipato, tempestivo ed efficace del paese

LAVORARE è promuovere opportunità di lavoro “verde”, anche come reddito complementare, nel territorio di Pescomaggiore. In questo senso la chiara vocazione dell’abitato è all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga, con funzioni turistiche, agrozootecniche e di manutenzione del paesaggio.

MEMORIA è la necessaria continuità con la comunità intergenerazionale dei pescolani, antica di almeno dieci secoli. Un ricostruire l’abitare che guarda alla contoraneità più avanza ta e capace di futuro, e che conserva in sé i saperi degli ultimi contadini e il geius locii di un territorio antico di secoli.

AMBIENTE è il costante termine di riferimento dell’agire. Una qualità essenziale per la rinascita di Pescomaggiore.

Qui di seguito le attività rientranti nell’ottica dell’ALMA già poste in essere ed avviate in questi primi due anni post-sismici

1) LA FRUTTA ANTICA

Il progetto “Frutta Antica” promosso dal Parco nazionale Gran Sasso-monti della Laga ha l’obiettivo di recuperare i fruttiferi autoctoni. E stato da Misa già realizzato un frutteto di 1.000 mq con 40 fruttiferi locali riprodotti con innesto, da germoplasma recuperati nel territorio del parco.

Nel marzo 2010 si è partecipato alla catalogazione e recupero degli antichi frutteti esistenti a Pescomaggiore. Le marze da innesto sono state conferite al vivaio del parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga.

Siamo stati selezionati come ”custodi” delle seguenti varietà: mele tinella, zitella, renetta, limoncella, gelata, mula, melo cotogna, visciole, striata, rosso, limoncella di Pescomaggiore, romanella; peri spina, coscia invernale, spadona, ruzza, a campana; prugne viola, gialla, ciliegio ferrovia; fico locale, percoca, susino goccia d’oro, caki.

2) LA PATATA TURCHESA

Misa è socia dal Consorzio della patata turchesa”, istituito dal Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga, volto alla reintroduzione di una oramai rara e antica varietà di patata di montagna dalle originali qualità organolettiche e caratterizzata dal colore viola della buccia.

I primi tuberi, 20kg sono stati seminati nel 2009. Ora disponiamo di 80Kg circa per la prossima semina.

3) IL PROGETTO CERERE

Aderiamo come custodi del seme al progetto “Cerere” del Parco nazionale Gran sasso Monti della Laga per il recupero dei semi autoctoni. Coltiviamo per ora in piccole quantità alcuni cereali antichi tipici della montagna appenninica abruzzese, come il grano tenero “solina”, un ecotipo adattato a condizioni estreme climatiche e pedologiche, salvato in extremis dal definitivo abbandono. Si tratta di una varietà che ha una bassa resa di produzione ma che vanta ottime caratteristiche nutrizionali ed organolettiche. Si presta molto bene per la panificazione, ma anche ottima per la pasta secca e fatta in casa.

Altra varietà coltivata è il farro “triticum dicoccum” dell’appennino centrale, caratterizzato anch’esso da una bassa resa e da una grande versatilità nella trasformazione. Ottimo infatti per la produzione di pasta, farine, spezzato, polenta o puls e per essere degustato in chicchi decorticati e perlati. Intendiamo recuperare anche altri cereali antichi, come il grano tenero “rosciola”, la segale, l’orzo distico, l’orzo mondo ed il granoturco “quarantino”.

4) LO ZAFFERANO

A tutto questo si affianca la tradizionale coltura del pregiatissimo zafferano dell’Aquila, coltivato nella zona sin dal quattrocento. Ad oggi, coltiviamo un campo di 400 mq, che il primo anno ci ha fruttato 410 grammi di pistilli. Tutto venduto attraverso il canale dei gruppi dio acquisto solidale.

5) IL MIELE

Il signor Gregorio di Pescomaggiore, insieme al Progetto Eva, ha ristrutturato con il nostro piccolo aiuto le sue arnie, che prima del sisma quelle arnie erano abbandonate in una cantina, eppure l’apicoltura faceva parte della memoria e dell’economia di queste montagne.

6) L’ORTO DEL VILLAGGIO E FITODEPURAZIONE

Coltiviamo anche un orto biologico per l’auto-sussistenza del villaggio EVA. Che sarà irrigato con l’acqua depurata dall’impianto di fitodepurazione.

7) IL FORNO COMUNITARIO

Grazie ad una donazione della Caritas sono imminenti i lavori di sistemazione del forno comunitario del paese, che rappresenta in ottica più ampia, una tappa fondamentale della ricostruzione del tessuto sociale del paese.

OBIETTIVI

– LA TRASFORMAZIONE PRODOTTI E IL LABORATORIO

Il progetto, che ha come centro di irradiazione il l’eco-villaggio EVA, il comitato della rinascita di Pescomaggiore e il network di centinaia di sostenitori e volontari in Italia e e all’estero, consiste nella valorizzazione dei prodotti agricoli e delle risorse e luoghi citati, utilizzando metodologie e tecnologie che consentano una migliore conservazione, trasformazione e presentazione del prodotto finito nel primo caso, di valorizzazione e messa a sistema nel secondo.

L’obiettivo è quello di ottenere una migliore qualità dei processi produttivi, salvaguardando la qualità intrinseca di prodotti ad alto valore organolettico e nutrizionale, oltre che storico-culturale.

Come già esposto disponiamo di alcuni tra i più noti ecotipi tradizionali, inseriti nell’Atlante nazionale dei prodotti tradizionali (legge 173/1998) e comunque ha come obiettivo fondamentale quello di salvaguardare la biodiversità agronomica.

Siamo interessati a sviluppare in modo deciso tutto il settore delle produzioni che possono derivare dall’utilizzo e valorizzazione delle risorse naturali che la montagna offre, anche con la coltura di erbe aromatiche ed officinali, frutti di bosco e con la raccolta delle bacche spontanee.

E’ per questo è fondamentale disporre di un laboratorio attrezzato, in una scala produttiva di piccole dimensioni. Necessita dunque l’acquisto di attrezzature e macchinari, al fine di completare la filiera corta aziendale. L’intento è quello di ottenere alcuni prodotti “innovativi”, dalla farina di ceci, ai succhi di frutta naturali, dalle composte senza zucchero ai condimenti con bacche spontanee e prodotti dell’orto, sino alle creme di mandorle e nocciole.

L’utilizzo del laboratorio e delle attrezzature sarà messo a disposizione a titolo di solo rimborso spese vive agli agricoltori locali di Pescomaggiore, Paganica, Camarda, Assergi, Filetto, Tempera e di altri paesi del cratere sismico. A patto che si impegnino a coltivare specie autoctone del parco nazionale Gran Sasso Laga e facenti parte del circuito Cerere, al fine di incentivare colture no OGM nel costante recupero e valorizzazione della tradizione agraria locale.

Ciò potrà spingere tali agricoltori a rivalutare produzioni abbandonate proprio per l’eccessivo costo di trasformazione e la mancanza di strutture e attrezzature idonee.

– IL PAESE / CAMPAGNA

E’ nostra intenzione porre in essere una serie di piccoli ma costanti e crescenti interventi di natura agricola in luoghi pubblici, spazi comuni del paese di Pescomaggiore.

L’intervento prevede nello specifico la coltivazione di lavanda, rosmarino, lauro ed altre colture ed essenze che non hanno bisogno di molta acqua e particolare cura. Lungo i vicoli, le piazzette di Pescomaggiore, davanti i Map, lungo la via che conduce al castello, intorno alla chiesa lesionata e al prefabbricato che l’ha sostituita. Una coltivazione da realizzare in vasi o in piccoli fazzoletti di terra disponibili.

Piante che daranno un raccolto con un valore oltre che estetico e di decoro anche economico che sarà condiviso con il paese che che l’associazione Misa si offre di favorirne la commercializzazione, ad esempio in occasione della festa patronale.

– L’ORTO DELLE BIODIVERSITÀ

Oltre alla sua funzione di auto-sussistenza per gli abitanti di EVA l’orto dell’eco-villaggio, nella visione più ampia di ricostruzione intende assumere una funzione didattica e di conservazione delle antiche cultivar e della biodiversità, coltivate in buon numero e contrassegnate da apposti cartelli espicativi. Un orto che deve essere bello da vedere, un’opera d’arte agricola, uno scrigno di biodiversità, che consentirà di selezionare i semi, e di sperimentare quali colture sono più adatte per un alloro eventuale coltivazione estensiva.

E’ inoltre un occasione di sperimentazione dei vari metodi di coltivazione come l’agricoltura sinergica, la permacoltura, il luogo dove rivitalizzare, valorizzare, riportare in vita gli antichi saperi e le tecniche degli agricoltori locali che l’associazione MISA sta raccogliendo e recuperando attraverso il progetto della Memoria, sostenuto anch’esso dalla Caritas.

Un coltivare ecologico, antico e all’avanguardia nello stesso tempo che si ispira ai seguenti principi: ” Lavora con e non contro / Tutto influenza tutto: individua le relazioni funzionali fra i vari elementi / Rifletti prima di agire e fai il minimo cambiamento per ottenere il massimo risultato / Gli errori sono occasioni per imparare / Ogni elemento in un sistema naturale svolge molte funzioni, cerca di sfruttare tutte le potenzialità di ogni elemento / Ogni funzione può essere esercitata da più elementi. Progetta in modo che tutte le funzioni importanti possano essere svolte anche quando qualche elemento non funziona / Il tutto è più della somma delle parti / Ogni problema contiene in sé la soluzione: trasforma i limiti in opportunità / Favorisci la biodiversità: progetta in modo da aumentare le relazioni fra gli elementi piuttosto che il numero di elementi / Minimizza l’apporto di energia esterna, progettando sistemi che sfruttano le risorse presenti in loco, ricicla e riutilizza il più possibile / Pianifica gli sviluppi futuri.”

Questo approccio circolare e di risparmio energetico è favorito dal fatto che per l’irrigazione si potrà utilizzare l’acqua in uscita dal percorso di fitodepurazione, e dalla pratica del compostaggio domestico già avviata.

– IL VERDE PUBBLICO COMMESTIBILE

Nel perimetro del villaggio, dove non c’è terra coltivabile, causa materiali di risulta del cantiere e suolo molto roccioso, si potrebbero costruire, anche in funzione ornamentale, di verde pubblico commestibile, delle lettiere secondo il metodo della permacoltura. Ovvero grandi vasi rettangolari o circolari alti circa 50 centimetri e di una larghezza che consente di raggiungere con una mano la parte più interna. Per realizzare le lettiere vanno usati i materiali di riciclo più vari: gomme di automobili, bottiglie di vetro, legname avanzato, una carriola rotta, una balla di paglia svuotata e così via. Le lettiere vanno riempite prima con uno strato di cartone, poi di terra, paglia, foglie, compost o letame, e sullo strato più superficiale ancora paglia. Le lettiere funzionanoa nche da compostiera, trasformando tutti i materiali in terra, che di anno in anno si arricchisce anche in virtù della corretta raccolta dei prodotti agricoli. Le radici di un ortaggio non vanno cavate, ma recise e lasciate nel terreno, come le erbe infestanti, gli ortaggi vanno puliti in loco e gli scarti lasciati come pacciamatura, in attesa che si completi il ciclo che li fara tornare ad essere terra.

Le lettiere vanno collocate vicino i punti di raccolta dell’acqua dei tetti. Con semplici bidoni da 200 litri collocati sotto tutte le canale di scolo dei tetti si può arrivare a raccogliere oltre 2.000 litri d’acqua.

Grande vantaggio delle lettiere è comunque il fabbisogno di acqua ridotto della metà, la qualità eccellente e perpetuamente fertile della terra, la facilità nel diserbare, il fatto che non occorre zappare ed arare, il loro essere a portata di mano, come una dispensa viva a pochi metri dalla cucina, e questo favorisce il completo utilizzo degli ortaggi e la loro massima freschezza. Le lettiere d’inverno possono poi essere facilmente coperte e trasformate in tante piccole serre.

Lo scheletro per la serra può però nella stagione calda essere utilizzato per mettere a dimora piante rampicanti come i fagiolini e i pomodori, per la loro funzione ombreggiante, che favorisce una migliore resa delle altre colture nella stagione più calda.

La coltivazione mischiata delle varie colture favorisce la difesa integrata dai parassiti ( anche con le simbiosi dell’agricoltura sinergica, e garantisce un valore aggiunto di bellezza estetica, che in ottica più avanzata di agricoltura, è anche un moltiplicatore di resa e qualità delle colture prodotte.

La coltivazione in prossimità delle abitazioni, secondo i principi della permacoltura prevede colture di frequente e quotidiano consumo come pomodori, peperoncini, bietole, insalata, cipolle, erbe officinali per uso in cucina e per tisane, carote, zucchini, sedano, cavoli, cavolfiori, cicoria, e così via.

Mentre per le produzioni relativamente più intensive e di prodotti da trasformare, a lunga conservazione è meglio utilizzare l’orto: pomodori per conserve, legumi, zucche, patate, cipolle e agli per la scorta invernale e così via.

E’ possibile poi, nel perimetro dell’ecovillaggio piantare poi viti rampicanti su ciascun terrazzo, che producono non solo uva, ma anche ombra in estate.

EVENTI e MOMENTI DI RESTITUZIONE

L’eco-villaggio Eva e il paese completati tutti questi interventi, diventeranno un luogo di buone pratiche concretizzate:

  1. Case realizzate in autocostruzione con la tecnologia della paglia, le uniche in Abruzzo e tra le poche in Italia.

  2. L’utilizzo di energia solare

  3. La raccolta differenziata con riutilizzo di materiali nei limiti del possibile e compostaggio domestico

  4. L’impianto di fitodepurazione, uno dei pochissimi esempi in Abruzzo, e altre forme di risparmio idrico

  5. Un forno comunitario in un paese colpito dal sisma, dove si fa il pane per tutto il paese, inserito in una filiera forse unica ( grano – paglia – casa – farina – pane)

  6. Itinerari storici e naturalistici

  7. Un frutteto con decine di cultivar rarissime

  8. Un orto diffuso coltivato secondo il metodo della permacoltura e dell’agricoltura sinergica, dove poter vedere e toccare un gran numero di varietà di cultivar rare e in via di estinzione.

  9. Una rete già costituita di sostenitori e simpatizzanti, associazioni, artisti, operatori culturla aziende che operano prevalentemente nel settore della bioedilizia.

  10. Una rete di comunicazione già consolidata con media a livello italiano ed anche internazionale. Televisioni e giornali con cui abitanti di Eva collaborano. Un gfruppo facebook con oltre 7mila iscritti.

  11. Una rete di gruppi di acquisto solidale in cui già si è inseriti mediante la fornitura di zafferan

Il progetto ha posto cioè le basi per proporre Pescomaggiore negli anni a venire come una meta di visite guidate, attività didattiche, eventi culturali, in attesa che la ricostruzione del borgo consenta di avere a disposizione, in paese, ma anche nell’ecovillaggio, abitazioni da mettere a disposizione dei turisti

Di seguito un elenco di attività che è possibile porre in essere nel breve-medio termine.

– FESTA DEL PANE

Agosto – appena dopo la mietitura (San Rocco)

Un evento periodico costruito sull’accensione del forno e con grano locale. Il pane prodotto può essere distribuito a tutte le famiglie del paese. E sarà anche un momento di socializzazione arricchiti da eventi culturali come concerti nello spazio circostante il forno e lungo il vicolo, presentazione di libri, mostre d’arte, ma anche mercatini per piccoli produttori locali oltre a Misa. promosso in tutto l’Abruzzo con mirate azioni di ufficio stampa. Il forno di Pescmaggiore potrebbe poi in futuro entrare in sinergia con il mulino di san Gregorio, distrutto dal terremoto, e la cui ricostruzione e riattivazione dovrebbe avvenire entro la primavera del 2012. e con le attività svolte da altre associazioni aquilane legate al fiume Aterno e ai suoi mulini. La Confcommercio dell’Aquila ha già dato la disponibilità a fornire docenti per corsi di panificazione

– RACCOLTA MANDORLE E TRASFORMAZIONE– ottobre – novembre

I tantissimi alberi di mandorlo abbandonati, e quelli già potati nel frutteto possono produrre farina, latte di mandorla, olio di mandorle, dolci alle mandorle utilizzando il nostro miele. Inoltre i gusci di mandorla sono un ottimo combustibile per le stufe, che ha un valore commerciale

– GIORNATE AL FRUTTETO maggio-giugno

Il frutteto con le sue tante varietà può diventare luogo di iniziative didattiche e visita guidate. I seminari e i work-shop da organizzare con l’ARSSA e il Parco Gran Sasso Laga, rivolto ad agricoltori, appassionati, studenti, gruppi di acquisto locale.

A maggio e giugno la fioritura può essere l’occasione per apprezzare e catalogare le fioriture, attraverso la multi-sensorialità, colore, profumo e tatto.

Nel marzo 2012 si può organizzare un laboratorio di innesti, ovvero la raccolta delle marze dal frutteto e reinnesto su porta innesti da impiantare. a novembre- dicembre al fine di aumentare i frutteti coltivandoli a gradoni su coste esposte a sud difficilmente coltivabili.

E poi c’è la raccolta dei frutti con la possibilità di corsi che insegnino a fare marmellate, succhi di frutta e composte.

– RACCOLTA ZAFFERANO

Anche la coltura dello zafferano può essere l’occasione di momenti didattici, di partecipazione e viste al villaggio Eva e Pescomaggiore.

Questo il calendario dei lavori relativi allo zafferano:

Agosto: espianto dei bulbi

Settembre: pulitura reimpianto dei bulbi

Fine ottobre-inizi novembre: raccolta, sfioritura ed essiccazione dei pistilli dello zafferano

– PERCORSO DEI THOLOS E MONTICAZIONE21 giugno

Le “macerine” e cioè dei mucchi di pietre talvolta anche consistenti e le “capanne di pietra” (a tholos), sono una caratteristica del paesaggio agrario della zona e testimoniano del lavoro di generazioni di contadini che hanno lottato per liberare i campi dalle pietre e renderli adatti ad una coltivazione di sostentamento. E’ possibile valorizzare e far conoscere questo paesaggio mediante escursioni. In particolare a colle Cerchio, luogo sacro dei vestini, con guida d’eccezione Alessio Rotellini storico e archeologo di Paganica

– CORSO DI ORIENTERING TRA PIANO DI MACCHIA E COLLE ALTO

L’orientering è una disciplina che consente l’insieme delle tecniche che permettono di riconoscere la propria posizione relativa all’interno di un terreno non noto, in genere individuando la direzione del Nord. Letteralmente il termine significa volgersi verso l’Oriente.

Docente a disposizione è Daniele Danieli. E’ un iniziativa da promuovere insieme all’amministrazione degli usi civici di Paganica

– LE CANTINE DI PESCOMAGGIORE

Visite guidate in paese costruite intorno al progetto della Memoria

– TUTTI A FUNGHI – autunno e primavera

Escursioni ne territorio per riconoscere i funghi

– IL LABORATORIO DI SAPONItutto l’anno

Un’esperienza già sperimentata con successo. I docenti possono essere Lamberto Formigoni, piccolo produttore di saponi di Navelli, i titolari di Officina naturae, Giovanni Damiani. l’ingegnere ambientale che ha progettato l’impianto di fitodepurazione, autore del libro ”la sagra degli antichi saponi”, avvincente viaggio dalla lisciva di cenere ai detersivi chimici ed inquinanti, tra biologia, economia e storia della cultura materiale in Abruzzo.

Contestuale al corso può essere anche la preparazione di oleoliti utilizzando le erbe locali e dunque la classificazione e il riconoscimento delle piante officinali utili per la cosmesi.


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